M.F.
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No fun in durazzo

Durazzo ha vissuto nel primo decennio degli anni 2000 un incremento di popolazione urbana del 49,9% e una diminuzione di quella rurale del 41%.

Durazzo è una città costiera dell’Albania, capoluogo dell’omonima prefettura e seconda città più importante dello stato dopo la capitale Tirana.
A seguito della caduta del regime la città è stata teatro di un costante sviluppo economico, questo grazie al porto e all’apertura di tratte commerciali verso l’Italia e l’Europa occidentale.

Divenuta così una delle zone di maggiore importanza strategica per la crescita del paese e uno degli hub commerciali più importanti dell’Adriatico, Durazzo ha vissuto nel primo decennio degli anni 2000 un incremento di popolazione urbana del 49,9% e una diminuzione di quella rurale del 41%.
L’importante crescita demografica e l’inurbamento a favore della città hanno portato alla nascita di una vasta area congestionata e priva di una pianificazione urbanistica adeguata.

Ad un chilometro dal centro della città sorge Keneta: un tempo terreno paludoso è ora zona di abitazioni abusive e precarie.
Si stima che nel 2013 il “quartiere” accogliesse circa 40000 persone.
Il lungomare della città è stretto alla costa da imponenti palazzi moderni, sulle cui facciate cartelli gialli indicano i nomi delle agenzie immobiliari a cui rivolgersi; gran parte di questi giacciono invenduti da anni.

Lo spazio lasciato alla spiaggia è una misera lingua di sabbia che si affaccia sull’Adriatico.
Alle spalle un susseguirsi di alberghi stretti l’uno all’altro.

“No Fun in Durazzo” è uno sguardo alla città nella calura di un pomeriggio estivo, quando il lungomare è deserto e l’occhio può spaziare dalla costa al mare.
Il punto di ripresa ruota creando una sequenza di immagini quasi circolare da cui è difficile trovare una via di fuga.
Il disorientamento causato dal caos del panorama urbano trova sollievo nella distesa adriatica, in un andamento che sembra marciare in direzione contraria alla crescita sregolata della città.

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